La Pro Loco Proserpina Enna è lieta di chiudere la programmazione dell’anno 2013 con una manifestazione che ha contato circa quattromila visitatori, infatti si è appena conclusa la settimana che ha visto protagonisti i “Bambinelli Sacri” nella bellissima chiesa di S. Marco. Cercavamo un modo per rendere fruibile e visitabile questa chiesa che nell’ultimo periodo è stata presa di mira da stampa e curiosi per l’improvvisa partenza delle suore che abitavano il monastero che la sovrasta che hanno lasciato nel popolo ennese un grande vuoto, perchè ormai erano considerate una parte, seppur silenziosa, della nostra vita quotidiana, e grazie all’idea di una socia della Pro loco abbiamo messo in piedi una Mostra di Bambinelli Sacri. E’ stata una settimana piena di emozioni, abbiamo accolto i bambini di quasi tutte le scuole, gli abbiamo raccontato la storia di questi Bambinelli e loro ci hanno regalato sorrisi e canzoncine di Natale, abbiamo accolto curiosi di passaggio e turisti ammaliati dalla bellezza della chiesa, ci hanno riempito il quaderno delle firme con elogi e dediche, piccole soddisfazioni che riempiono le nostre ore da volontari per la città. Ci sono anche grandi soddisfazioni nei nostri eventi come per esempio la possibilità che ci hanno dato di aprire le porte del Monastero anche ai laici nei giorni conclusivi della mostra, un’ esperienza davvero fantastica, oltre 700 visitatori hanno potuto visitare le stanze dove hanno vissuto la loro vita dedicata alla preghiera le suore dell’ordine delle “Carmelitane Scalze”.
E' doveroso ringraziare i frati Carmelitani che ci hanno sostenuto in questa avventura, il prefetto, il soprintendente ai beni culturali che hanno permesso di andare oltre le grate del monastero dopo 500 anni, dobbiamo ringraziare le famiglie ennesi che hanno voluto condividere con noi la gioia di possedere un cimelio di valore inestimabile come i bambinelli che sono stati messi in mostra, e ne approfitto per ricordare che anche l’Istituto Canossiano, la chiesa di S. Francesco di Paola e quella di S. Leone hanno messo a disposizione dei Bambinelli Sacri e Maria Bambina oltre ai tre bambinelli in cera di fine ‘700 appartenuti alle suore del Monastero.
La Clausura del Monastero
Monastero carmelitano dalla fine del 1400, questa casa diventa monastero di carmelitane scalze nel 1931: scalze, secondo la regola di Santa Teresa d’Avila. La rifondatrice è madre Immacolata (Clelia de Rensis) già fondatrice del carmelo teresiano a Ragusa e Chiaramonte. La Clausura è incomprensibile e inspiegabile se non partiamo dal presupposto che si tratta di una vocazione che viene da Dio. Vocazione a stare davanti a Dio per tutti, a essere consacrate per un compito di intercessione in favore di tutta l’umanità. Essere separate dal mondo non allontana dal mondo, ma mette al cuore del mondo. Come cristo è il cuore del mondo anche la monaca che vive in dialogo con lui e che fa della sua vita un dialogo con Dio, giorno e notte, vive nel cuore di Dio e del mondo.
Il coro, la preghiera del Carmelo
Siamo nel centro spirituale del monastero e della vita comunitaria.
Le monache si incontrano qui sette volte al giorno:
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Prima del dopo Concilio Vaticano II c'era una alzata notturna a mezzanotte per la recita del mattutino, oggi si recita a chiusura giornata, dopo la compieta. Le letture del mattutino sono materia per la meditazione del giorno successivo. Per la meditazione e per la lettura spirituale si usano solitamente encicliche, opere dei santi carmelitani, vita di santi.
Il Refettorio
Ore 8.30 colazione,
ore 11.45 pranzo. – ricreazione insieme (un ora) -
14.00-15.00 lettura spirituale (un’enciclica, la vita di un Santo , altro; non meditazione ma lettura.),
ore 19.00 cena. (Nella foto padre Renato Dall'Acqua che illustra la vita claustrale)
Secondo la regola le monache non mangiano carne, ad esclusione di ammalate e convalescenti. La dieta è a base di pasta legumi, verdure, uova, latticini. Durante il pasto si ascolta una lettura che può essere tratta da un commento biblico, dalla vita di un Santo, dalle Costituzioni dell’Ordine o anche qualche articolo di quotidiano o rivista religiosa.
L’affresco del refettorio raffigura il Convento di Monte Carmelo ad Haifa al nord di Israele al confine con il Libano. Qui nascono i carmelitani. arrivati verso la fine del XII sec. in terra santa come pellegrini, e poi stabilitisi sui luoghi legati alla presenza del profeta Elia. Da qui dovranno poi rientrare in occidente dopo la caduta definitiva dei regni latini dei crociati nel 1291. I carmelitani ritorneranno in possesso di questo monte nel 1631. I primi monasteri femminili sorgono intorno all’inizio del XV secolo
Siamo nel capitolo conventuale il luogo che veniva usato per prendere decisioni da parte della comunità che si esprime con voto segreto.
Si possono votare le ammissioni di una nuova religiosa ai voti, l'elezione della priora, ma anche questioni di natura economica e comunque decisioni che coinvolgono e riguardano la comunità.
Qui si svolgeva anche l’incontro settimanale di correzione fraterna detto capitolo delle colpe. Questo luogo era anche usato per la meditazione che non obbligatoriamente si doveva svolgere in coro.
Da qui si accede alle galleria che gira intorno alla chiesa con una serie di balconcini dai quali le monache potevano seguire la messa e fermarsi in meditazione. In fondo il coro alto per lo stesso scopo
Le celle e l'ufficio della Priora
Alle dodici celle delle monache vanno aggiunte le celle dell’infermeria per le anziane e ammalate, e le celle del noviziato per le giovani in formazione, che hanno una vita a parte della comunità, con la quale condividono refettorio e coro.
La cella richiama la religiosa al silenzio e alla solitudine due cardini della regola e della vita monastica. La cella non è fatto solo per riposare ma qui la monaca trascorre anche tempo dedicato alla lettura spirituale (un ora al giorno) e svolgendo qualche piccolo lavoro.
Oltre alla preghiera è importante per una monaca anche il lavoro. Prescritto dalla regola segno di povertà e a servizio della comunità, il lavoro consiste nel preparare i pasti pulizie della casa, guardaroba e lavanderia, a questo quando il numero dello monache lo consentiva si aggiungeva il lavoro di ricamo e confezione di paramenti liturgici, produzione di ostie, dei dolci e alla vendita delle uova.
Il Silenzio fa parte della Regola, si comunica senza fermarsi in chiacchere, al lavoro le monache sono da sole per mantenere un clima di silenzio e solitudine.
Il Parlatorio
Il Parlatorio è luogo importante per la comunità che ha solitamente molto richieste di colloqui e preghiere. La priora incontra le persone e concede il permesso alle suore di incontrare familiari e visite in genere.
La Ruota
La ruota era l’unico modo che permetteva lo scambio con l'esterno
Il Giardino
Nel Giardino le suore possono stare in ricreazione. Momento importante della vita della monaca, alla ricreazione si dedicano due ore al giorno per stare insieme dopo i pasti in allegria. L’allegria è lo stile di vita fraterno e di amicizia è un tratto caratteristico della vita monastica secondo santa Teresa. Se il silenzio e la solitudine devono aiutare a vivere e custodire un clima di raccoglimento favorevole alla preghiera, i momenti di condivisione sono anche momenti di verifica della vita spirituale che è vera, autentica se non è separata dall’amore al prossimo
Per le splendide foto ringraziamo Paolo Sanfilippo